Non c’è alcun dubbio sui benefici che i concimi NPK, meglio conosciuti come concimi a base di azoto, fosforo e potassio, apportano alle coltivazioni.
Dallo sviluppo fogliare al rafforzamento delle radici, dalla resistenza a malattie e parassiti al supporto nella fase di fioritura: in ogni fase del ciclo di vita vegetale, i fertilizzanti NPK garantiscono che le colture abbiano sempre la nutrizione di cui hanno bisogno.
Tuttavia, se impiegati senza attenzione ai giusti dosaggi e alle specifiche esigenze della pianta, i fertilizzanti NPK possono diventare un’arma a doppio taglio, danneggiando anziché nutrire. Radici bruciate, terreno impoverito e raccolti compromessi: queste sono solo alcune delle conseguenze di un utilizzo sconsiderato del concime.
In seguito, i 4 errori più comuni che i coltivatori devono assolutamente evitare per garantire una crescita sana e rigogliosa delle proprie piante.
1. Sbagliare tipologia di concime NPK
La scelta della giusta tipologia è il primo passo fondamentale per garantire il benessere delle colture. Come è noto, esistono diverse “formulazioni” di concime NPK, che si riferiscono alla percentuale con cui ciascun elemento (N, P e K) è presente nel fertilizzante.
Ciascuna formulazione è creata per adattarsi a situazioni e colture differenti. Durante la primavera, ovvero la fase di crescita attiva delle piante, è consigliabile utilizzare una formulazione ad alto contenuto di azoto, come 20-10-10, per promuovere lo sviluppo fogliare e dei tessuti verdi.
In estate o autunno, con la produzione di fiori e frutti, una formula più bilanciata o ricca di fosforo e potassio (come 10-20-20) sarà più adatta, in quanto sostiene la fioritura e la fruttificazione.
Scegliere la tipologia di NPK sbagliata nel momento sbagliato può compromettere il raccolto o indebolire la pianta in modo fatale.
2. Sovradosaggio e carenze
È convinzione comune che una dose maggiore di concime acceleri la crescita delle piante, ma nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà: un eccesso di nutrienti, non proporzionato alla tipologia di terreno e alle esigenze della pianta, causa infatti stress e la bruciatura delle radici.
D’altra parte, un dosaggio insufficiente può ridurre la resa delle colture e rallentarne lo sviluppo.
Come evitare di cadere in questi errori comuni e dannosi? La risposta è semplice: basta seguire attentamente le indicazioni fornite dal produttore, presenti al momento dell'acquisto o direttamente sulla confezione del prodotto.
3. Distribuirlo in modo errato
La distribuzione del concime in modo non omogeneo è un dei più comuni – ma anche più dannosi – errori che si possono commettere quando si ha a che vedere con fertilizzanti NPK.
Infatti, se applicato in modo irregolare e non uniforme, alcune aree del terreno si potrebbero ritrovare nella situazione di ricevere una quantità eccessiva di nutrienti, rischiando di danneggiare e bruciare le radici.
A tal proposito, quando si utilizzano concimi NPK granulari, è sempre bene applicarli mantenendo una distanza di sicurezza dal fusto e dalla base della pianta – che varia in base alla tipologia di coltura – ed evitando il contatto diretto con le foglie.
Inoltre, è consigliabile applicarli dopo l’innaffiatura o poco prima di una leggera irrigazione, per permettere al concime di penetrare nel terreno e di essere assorbito più facilmente dalle radici. Allo stesso modo, si evita che il concime rimanga troppo concentrato in superficie e che quindi danneggi le radici.
4. Sottovalutare l’importanza della rotazione del fertilizzante
Usare sempre la stessa formula di NPK può portare a squilibri nutrizionali nel terreno a lungo termine. Nello specifico, le conseguenze possibili sono l’impoverimento di altri nutrienti e, al contrario, l’accumulo eccessivo di uno dei tre componenti principali.
Il consiglio, per evitare che questo accada, è quello di alternare le formulazioni – anche in funzione del periodo – e integrare altri tipi di fertilizzanti, per mantenere il terreno bilanciato e ricco di tutti i nutrienti necessari.
Calcio, magnesio, ferro e zinco sono micronutrienti altrettanto fondamentali, che quindi devono essere forniti alla pianta mediante l’uso di fertilizzanti e concimi specifici.